Dopo Delhi ci trasferiamo nello stato del Punjab, a Chandigarh, citta’ ideata dall’architetto svizzero Le Corbusier (anche se qui viene a volte definito come francese!!!). Gli enormi viali perpendicolari di questa citta’, che separano i vari quartieri (settori) pieni di alberi e giardini, rendono Chandigarh decisamente diversa da ogni altra citta’ indiana.
Qui facciamo conoscenza con il simpaticissimo Narinder Singh, un eccentrico funzionario in pensione sempre alla ricerca di turisti da consigliare e portare in giro per i templi della citta’.
La citta’ e’ anche famosa per il Rock Garden. Nel 1957, un funzionario indiano, Nek Chand, inizia a costruire un labirinto di spazi, laghetti, cascate, popolato da personaggi costruiti tutti con materiale riciclato. La sua opera continua indisturbata per vent’anni. Il governo scopre il suo mondo segreto e lo apre al publico, al giorno d’oggi e’ cresciuto ancora fino ad occupare una superficie di 160000 m2!Aggirarsi per il parco e’ un’esperienza magica, sembra di essere caduti nella tana del coniglio!
Chi sono questi qua? Degli amici? No, sono i soliti indiani che incuriositi dalla nostra diversita’ ci chiedono gentilmente: “May I take a picture with you?”
Nel Punjab rimaniamo affascinati dalla religione Sikh e dai suoi fedeli, degli uomini alti e fieri che portano il turbante. Si contraddistinguono per cinque simboli che portano quotidianamente: un coltello, i capelli lunghi, un bracciale d’acciaio, un pettine e degli indumenti speciali.
La religione Sikh e’ nata dal rifiuto del sistema delle caste induista. Secondo il loro primo guru tutti gli uomini sono uguali e hanno gli stessi diritti. A causa di questi loro principi hanno dovuto difendersi da molte persecuzioni, combattendo duramente. Sono considerati a giusto motivo dei valorosi guerrieri. La fratellanza professata dai Sikh si vede soprattutto nei loro templi, dove tutti sono i benvenuti, senza nessuna distinzione di casta, religione e colore. E ognuno e’ invitato a condividere un pasto gratuito offerto nei templi.
Ad Amritsar abbiamo visitato il tempio Sikh piu’ importante: il Golden Temple. Un gioiello dorato che galleggia su un lago artificiale. Al suo interno e’ custodito il libro sacro con gli insegnamenti originali dei loro guru. E’ un luogo sereno dove la gente viene in pellegrinaggio da tutto il mondo.
Un luogo meno pacifico e’ invece la frontiera tra Pakistan e India, a pochi km da Amritsar: l’unico luogo dove e’ possibile attraversare il confine tra i due bellicosi vicini. Ogni sera la frontiera viene chiusa in una roboante cerimonia. Il pubblico e’ rumoroso e agitato. Da una parte e l’altra del confine ci sono degli spalti, si avverte un’atmosfera da derby Ambri’-Lugano. Per intrattenere il pubblico i doganieri pompano della chiassosa musica indiana.
Tutto a un tratto il silenzio, delle guardie impettite con in testa delle piume cominciano a urlare, marciano verso il confine provocando le guardie dall’altra parte. Un conduttore incita il pubblico: “Hindustan Zindabad” (lunga vita all’India). Dopo qualche minuto di schermaglie, le guardie dei rispettivi paesi si danno brevemente la mano e abbassano simultaneamente le bandiere. Assistiamo increduli a questo spettacolo che si ripete immancabilmente ogni giorno.
Dopo tutta questa bellicosita’ da caserma preferiamo qualcosa di piu’ pacifico, prendiamo una massacrante corriera alla “Van de Sfroos” e ci rifugiamo nelle montagne dell’Himachal Pradesh, piu’ precisamente a Mc Leod Ganj, la residenza in esilio del Dalai Lama. Qui respiriamo un’aria migliore, piu’ rilassata delle citta’ indiane e meno inquinata!
Il Dalai Lama non c’e', a quanto pare in questo momento e’ in visita in Giappone, ma abbiamo il tempo per informarci meglio sulla triste storia di questo popolo che ha avuto una storia molto difficile, sia per le dure condizioni della loro terra, sia per le persecuzioni causate dal governo cinese. Durante una cena discutiamo con un giovane della nostra eta’, che con un sorriso ci racconta la sua lunga traversata dal Tibet all’India, attraverso montagne altissime, camminando unicamente di notte per paura delle guardie.
Ma la vita a Mc Leod Ganj non e’ triste. Nei templi buddisti incontriamo persino delle perle di saggezza.
E dopo le montagne, ci dirigiamo nel deserto del Rajasthan.
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